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La rete delle conoscenze nefrologiche

release  1
pubblicata il  12 luglio 2013 
Da Martino Marangella
Parole chiave: calcolosi renale
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Congresso

Secondo simposio nazionale del GdS Metabolismo Minerale ed Elementi in Traccia della SIN

II SESSIONE - I grandi temi: Uptodate 2012

Uptodate sulla calcolosi renale

Figura 1 di 39.



Figura 2 di 39.



Figura 3 di 39.

Dal punto di vista epidemiologico sembra emergere una associazione significativa fra calcolosi renale e patologie degenerative tipiche della società occidentale. Non è ad oggi possibile stabilire se si tratti di una associazione casuale o causale, trattandosi di patologie ad alto impatto epidemiologico. 



Figura 4 di 39.

Il rischio relativo di calcolosi renale è maggiore nei maschi, con anamnesi di calcolosi precedente e con sindrome metabolica.  [1] (full text)



Figura 5 di 39.

Il rischio litogeno, qui espresso come Activity Product per il Calcio Ossalato, si riduce in modo significativo nei pazienti con sindrome metabolica aderenti ad una dieta.



Figura 6 di 39.

Il rischio relativo di stroke, aumenta in modo significativo (43%) in pazienti con anamnesi di calcolosi renale.



Figura 7 di 39.

Il rischio è maggiore nel soggetti con calcolosi renale (50%), rispetto a quelli con calcolosi ureterale (42%).  [2]



Figura 8 di 39.

L’incidenza di diabete mellito è maggiore in pazienti con calcolosi renale, con un rischio relativo aumentato del 32%.  [3]



Figura 9 di 39.

Un possibile nesso causale per le associazioni sopra descritte vede come fattore comune la resistenza all’azione dell’insulina. Questa caratterizza il diabete mellito tipo 2 e la sindrome metabolica. La conseguente iperinsulinemia determina alterazioni metaboliche e funzionali renali che aumentano il rischio di calcolosi renale e di danno renale. 



Figura 10 di 39.

In uno studio sperimentale sul ratto geneticamente predisposto a DM2 e SM si osservavano valori più bassi di pH urinario e di citraturia rispetto a ratti di controllo.  [4]



Figura 11 di 39.

La somministrazione di Pioglitazone induce un aumento, dose-dipendente, sia del pH che della citraturia. 5 [4]

Iba A et a. Insulin resistance increases the risk of urinary stone formation in a rat model of metabolic syndrome. Br J Urol Int 106: 1550, 2010.



Figura 12 di 39.

Le basi fisio-patologiche che spiegano pH bassi in pazienti con DM2 sono state studiate da Maalouf et al. In soggetti in sovrappeso corporeo, cui veniva data una dieta controllata. 



Figura 13 di 39.

I soggetti con DM2 avevano pH più  bassi sulle urine di 24 ore,  conseguenti ad un rapporto fra ammoniuria ed escrezione acida netta, più bassi. Questo indica che i pH più acidi nei pazienti con DM2 derivano da una ammoniogenesi inappropriatamente bassa.  [5] (full text)



Figura 14 di 39.

Una ipotesi che spiegherebbe il difetto di ammoniogenesi renale è stata verificata in ratti diabetici in cui è stato notato un accumulo di acidi grassi liberi nelle cellule tubulari prossimali, riducibile con la somministrazione di Tiazolidinedione.  [6] (full text)



Figura 15 di 39.

Nei ratti diabetici ed obesi il pH urine, l’ammoniunia e la citraturia sono più bassi rispetto ai ratti magri, e questi difetti vengono in parte corretti dalla terapia con PPAR?.



Figura 16 di 39.

Nel brush border della cellula prossimale vi è una riduzione dell’antigene e dell’attività della pompa Na+/H+, corretto in parte da PPAR?.



Figura 17 di 39.



Figura 18 di 39.

L’effetto del Pioglitazone su litogenesi e sul danno renale è stato anche studiato in ratti resi iperossalurici con etilen-glicole. Il farmaco induce una riduzione della deposizione di cristalli nel tessuto renale.  [7]



Figura 19 di 39.

Una ridotta escrezione di un marker enzimatico di danno renale.



Figura 20 di 39.

Riduzione di marker di apoptosi.



Figura 21 di 39.

E di stress ossidativo.  [7]



Figura 22 di 39.



Figura 23 di 39.



Figura 24 di 39.

La incidenza di alterazioni metaboliche inducenti nefrolitiasi è abbastanza simile nei soggetti gottosi rispetto a quelli non gottosi.  [8]



Figura 25 di 39.

La distribuzione dei calcoli per composizione rileva differenze, con una percentuale più elevata di acido urico e più bassa di calcio ossalato.  [8]



Figura 26 di 39.

Tuttavia, nei soggetti gottosi in terapia con Allopurinolo, la composizione dei calcoli tende ad essere sovrapponibile a quelli dei soggetti non gottosi.  [8]



Figura 27 di 39.

Secondo questi autori il 48% dei pazienti gottosi ha calcoli non di acido urico, e la maggior parte di questi ha fattori di rischio di litogenesi. Questo evidenzia la necessità di sottoporre anche i pazienti con gotta a valutazione metabolica.  [8]



Figura 28 di 39.



Figura 29 di 39.

In questo studio condotto su migliaia di donne in post-menopausa, trattate con Calcio (500 mg) e vitamina D (200UI) due volte a giorno e seguite per 7 anni, è stato visto un aumento del 17% del rischio di nefrolitiasi in confronto con placebo.  [9] (full text)



Figura 30 di 39.



Figura 31 di 39.

In questo studio, condotto su 29 pazienti con calcolosi renale e livelli di 25(OH)D3 < 30 ng/mL,  è stato valutato l’effetto della supplementazione con vitamina D (50.000 UI /settimana di ergocalciferolo)  sulla calciuria e sul rischio litogeno (espresso come stato di saturazione). La normalizzazione dei livelli sierici di 25(OH)D3 non ha avuto alcun effetto negativo sulla escrezione calcica.  [10] (full text)



Figura 32 di 39.

Non vi sono state variazioni significative di calciuria dipendenti dall’andamento dei livelli sierici di 25(OH)D3 e di PTH.  [10] (full text)



Figura 33 di 39.



Figura 34 di 39.

L’incremento epidemiologico dell’obesità nella popolazione occidentale è stato accompagnato da un aumento rilevante delle procedure di chirurgia bariatrica che si sono rivelate efficaci nel produrre un calo ponderale. Negli stati uniti queste procedure nel 2003 erano previste in oltre 100.000.  Le più utilizzate sono quelle riprodotte in figura:

  1. Il bendaggio gastrico.
  2. La cosiddetta ansa alla Roux.

 [11]



Figura 35 di 39.

Tuttavia queste metodiche possono indurre un aumento del rischio di calcolosi renale. In questo studio è stato visto un aumento delle escrezioni di ossalato e citrato in 19 soggetti operati di ansa alla Roux confrontati con 19 obesi di pari sesso ed età.   [12]



Figura 36 di 39.

Tuttavia la contemporanea riduzione della calciuria non induceva un significativo aumento dello stato di saturazione rispetto al calcio ossalato.  [12]



Figura 37 di 39.

Questo andamento nei pazienti operati di by-pass è spiegabile con il meccanismo schematizzato in tabella. Il malassorbimento di acidi grassi causa una loro saponificazione con calcio nel lume intestinale, aumentando la concentrazione del complessoNa Ossalato più solubile e quindi più assorbibile.  



Figura 38 di 39.

A questo si aggiunge una maggiore permeabilità della mucosa intestinale indotta da Sali biliari ed acidi grassi.



Figura 39 di 39.

L’estendersi della chirurgia bariatrica per la correzione dell’obesità comporta comunque una attenta valutazione del bilancio fra vantaggi e potenziale danno, ai fini della funzione renale.  [13] (full text)



BibliografiaReferences

[1] Rendina D, Mossetti G, De Filippo G et al. Association between metabolic syndrome and nephrolithiasis in an inpatient population in southern Italy: role of gender, hypertension and abdominal obesity. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2009 Mar;24(3):900-6 (full text)

[2] Chung SD, Liu SP, Keller JJ et al. Urinary calculi and an increased risk of stroke: a population-based follow-up study. BJU international 2012 Dec;110(11 Pt C):E1053-9

[3] Chung SD, Chen YK, Lin HC et al. Increased risk of diabetes in patients with urinary calculi: a 5-year followup study. The Journal of urology 2011 Nov;186(5):1888-93

[4] Iba A, Kohjimoto Y, Mori T et al. Insulin resistance increases the risk of urinary stone formation in a rat model of metabolic syndrome. BJU international 2010 Nov;106(10):1550-4

[5] Maalouf NM, Cameron MA, Moe OW et al. Metabolic basis for low urine pH in type 2 diabetes. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2010 Jul;5(7):1277-81 (full text)

[6] Bobulescu IA, Dubree M, Zhang J et al. Reduction of renal triglyceride accumulation: effects on proximal tubule Na+/H+ exchange and urinary acidification. American journal of physiology. Renal physiology 2009 Nov;297(5):F1419-26 (full text)

[7] Taguchi K, Okada A, Yasui T et al. Pioglitazone, a peroxisome proliferator activated receptor ? agonist, decreases renal crystal deposition, oxidative stress and inflammation in hyperoxaluric rats. The Journal of urology 2012 Sep;188(3):1002-11

[8] Marchini GS, Sarkissian C, Tian D et al. Gout, stone composition and urinary stone risk: a matched case comparative study. The Journal of urology 2013 Apr;189(4):1334-9

[9] Wallace RB, Wactawski-Wende J, O'Sullivan MJ et al. Urinary tract stone occurrence in the Women's Health Initiative (WHI) randomized clinical trial of calcium and vitamin D supplements. The American journal of clinical nutrition 2011 Jul;94(1):270-7 (full text)

[10] Leaf DE, Korets R, Taylor EN et al. Effect of vitamin D repletion on urinary calcium excretion among kidney stone formers. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2012 May;7(5):829-34 (full text)

[11] Santry HP, Gillen DL, Lauderdale DS et al. Trends in bariatric surgical procedures. JAMA : the journal of the American Medical Association 2005 Oct 19;294(15):1909-17

[12] Maalouf NM, Tondapu P, Guth ES et al. Hypocitraturia and hyperoxaluria after Roux-en-Y gastric bypass surgery. The Journal of urology 2010 Mar;183(3):1026-30

[13] Ahmed MH, Byrne CD Bariatric surgery and renal function: a precarious balance between benefit and harm. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2010 Oct;25(10):3142-7 (full text)


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