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pubblicata il  29 ottobre 2013 
Da Fabio Malberti
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Congresso

IL CONTROLLO DEL FOSFORO NELL’INSUFFICIENZA RENALE DALLA FASE CONSERVATIVA ALLA DIALISI: QUALI STRATEGIE?

II Sessione - Moderatore: S. Oliva

Terapia dell’Iperfosforemia: ruolo della dialisi

Figura 1 di 27.



Figura 2 di 27.

Le linee guida KDIGO [1] raccomandano di mantenere la fosforemia nel range normale nei pazienti con CKD-3-5D. Nei pazienti in dialisi si suggerisce l’uso di chelanti del fosforo (raccomandazione basata su evidenze di qualità moderata), la restrizione dell’apporto alimentare di fosforo (qualità dell’evidenza molto bassa) e di aumentare la dose dialitica in caso di persistenza di iperfosforemia (qualità dell’evidenza bassa).



Figura 3 di 27.

Il fosforo (Pi) è considerato una tossina di basso PM, tuttavia per le sue caratteristiche idrofiliche si comporta come una molecala e PM superiore a quello della creatinina. Ha distribuzione prevalentemente intracellalare e il passaggio dall’intra all’extracellulare avviene più lentamente rispetto a molecole quali l’urea. Si calcola che il volume di distribuzione corrisponda all’acqua corporea.



Figura 4 di 27.

Gli studi cinetici (in emodialisi standard) evidenziano che il Pi viene rimosso più efficientemente nelle prime ore di trattamento, quando i livelli plasmatici sono più elevati. La rimozione di Pi si riduce nella seconda parte della seduta. Alla fine del trattamento si ha un rebound dei livelli plasmatici. La riduzione della rimozione dialitica (nell’unità di tempo) nella seconda parte della seduta dipende dai più bassi livelli plasmatici, che sono influenzati anche dal lento efflusso della molecola dall’extracellulare. Una seduta emodialitica standard rimuove circa 30 mmol (900 mg) di P (2.7 g/settimana, pari 380 mg/die). Ciò spiega come mai nella maggior parte dei pazienti per controllare la fosforemia sia necessario l’uso dei chelanti del Pi. [2]



Figura 5 di 27.

La diapositiva riassume i punti più importanti riguardanti gli spetti cinetici della rimozione dialitica di Pi.



Figura 6 di 27.



Figura 7 di 27.

La rimozione dialitica è influenzata dai livelli plasmatici pre-dialitici.  [3]



Figura 8 di 27.

Vi è una correlazione diretta tra rimozione di Pi nell’unità di tempo e livelli plasmatici e tra clearance dialitica di Pi e rimozione dialitica [4] 0.699, P<0.001). A weaker significant relationship was also found between Pi RR and dialyser Pi clearance (right): Pi RR mmol/l=0.047+0.0082×CldPi ml/min, r=0.501, P<0.001.



Figura 9 di 27.

In questo studio recente (Wang M et al [5]) è stata confrontata la rimozione dialitica di Pi con 2 diversi dializzatori, usando due differenti tecniche di valutazione (quantificazione diretta con raccolta di più campioni di dialisato e con dati ricavati da una formula cinetica).



Figura 10 di 27.

La rimozione media dialitica di Pi su 165 pazienti era di 650 mg/seduta con fosforemie medie pre-dialitiche di cira 5 mg/dl. La rimozione era maggiore con il dializzatore con K-UF più elevata.



Figura 11 di 27.

Suddividendo la seduta dialitica in 4 fasi orarie, la maggior rimozione avveniva nella prima ora, ma non era trascurabile nemmono la rimozione dell’ultima ora di dialisi. Per cui si evince che aumentando la dutrata del trattamento è possibile aumentare significativamente la rimozione di Pi.



Figura 12 di 27.

Questo studio (Sampaio MS et al [6]) dimostra come il fattore tempo sia molto importante per la rimozione dialitica di Pi. A parità di rimozione di urea e di Kt/v, la dialisi di 8 ore rimuove più Pi della dialisi di 4 ore.



Figura 13 di 27.

La rimozione di Pi nella “long HD” è significativa anche nelle ultime ore di trattamento.



Figura 14 di 27.

L’emodialisi lunga notturna (6 volte/settimana) a bassi flussi, rimuove più Pi rispetto all’emodialisi standard tradizionale [2], per cui oltre al fattore tempo anche il fattore “frequenza” è importante nella rimozione dialitica di Pi.



Figura 15 di 27.

Farese S et al. [7] hanno valutato l’impatto della attività fisica e della stimolazione muscolare sulla rimozione dialitica di Pi.



Figura 16 di 27.

La rimozione di Pi è maggiore (DEL 30% CIRCA) con l’attività fisica intradialitica e con la stimolazione muscolare rispetto al trattamento emodialitico standard.



Figura 17 di 27.



Figura 18 di 27.

Nello studio di Spalding EM et al [8] la rimozione dialitica di Pi era minore in HDF (durata 150 min) rispetto all’HD standard di 4 ore.



Figura 19 di 27.

Se si confrontano HD ad alto flusso con HDF [9] a parità di durata, si ottiene una rimozione di Pi significativamente superiore (+19%) in HDF.



Figura 20 di 27.

La modalità di HDF che assicura la maggiore rimozione dialitica di Pi è l’HDF in post-diluizion, come dimostrano i dati di Clearance istantanea prodotti da Pedrini LA et al. [10].



Figura 21 di 27.



Figura 22 di 27.

Lo studio di Davenport A et al [11] ha documentato in una casistica di 4515 pazienti trattati con HD e 851 pazienti trattati con HDF, un miglior controllo della fosforemia con l’HDF.



Figura 23 di 27.

Anche lo studio multicentrico Italiano di Pedrini et al. [12] ha mostrato un miglio controllo della fosforemia nei pazienti trattati con HDF, nonostante un minor utilizzo di chelanti del fosforo.



Figura 24 di 27.

Il controllo della fosforemia con HD e HDF è stato oggetto anche dello studio CONTRAST (studio randomizzato).



Figura 25 di 27.

Nei pazienti trattati con HDF si avevano livelli di fosforemia pre-dialitici mediamente inferiori e una maggior percentuale di pazienti raggiungeva una fosforemia < 5.5 mg/dl nei 6 mesi di follow up.  [13]



Figura 26 di 27.

Il miglio controllo della fosforemia veniva ottenuto usando un minor numero di compresse di chelanti. A fine studio un minor percentuale di pazienti nel gruppo trattato con HDF necessitava dei chelanti del Pi per controllare la fosforemia.



Figura 27 di 27.



BibliografiaReferences

[1] Kidney Disease: Improving Global Outcomes (KDIGO) CKD-MBD Work Group KDIGO clinical practice guideline for the diagnosis, evaluation, prevention, and treatment of Chronic Kidney Disease-Mineral and Bone Disorder (CKD-MBD). Kidney international. Supplement 2009 Aug;(113):S1-130 (full text)

[2] Mucsi I, Hercz G, Uldall R et al. Control of serum phosphate without any phosphate binders in patients treated with nocturnal hemodialysis. Kidney international 1998 May;53(5):1399-404 (full text)

[3] Sigrist M, McIntyre CW Calcium exposure and removal in chronic hemodialysis patients. Journal of renal nutrition : the official journal of the Council on Renal Nutrition of the National Kidney Foundation 2006 Jan;16(1):41-6

[4] Messa P, Gropuzzo M, Cleva M et al. Behaviour of phosphate removal with different dialysis schedules. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 1998;13 Suppl 6:43-8 (full text)

[5] Wang M, Li H, Liao H et al. Phosphate removal model: an observational study of low-flux dialyzers in conventional hemodialysis therapy. Hemodialysis international. International Symposium on Home Hemodialysis 2012 Jul;16(3):363-76

[6] Sampaio MS, Ruzany F, Dorigo DM et al. Phosphate mass removal during hemodialysis: a comparison between eKT/V-matched conventional and extended dialysis. American journal of nephrology 2012;36(2):121-6

[7] Farese S, Budmiger R, Aregger F et al. Effect of transcutaneous electrical muscle stimulation and passive cycling movements on blood pressure and removal of urea and phosphate during hemodialysis. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2008 Oct;52(4):745-52

[8] Spalding EM, Chamney PW, Farrington K et al. Phosphate kinetics during hemodialysis: Evidence for biphasic regulation. Kidney international 2002 Feb;61(2):655-67 (full text)

[9] Lornoy W, De Meester J, Becaus I et al. Impact of convective flow on phosphorus removal in maintenance hemodialysis patients. Journal of renal nutrition : the official journal of the Council on Renal Nutrition of the National Kidney Foundation 2006 Jan;16(1):47-53

[10] Pedrini LA, De Cristofaro V, Pagliari B et al. Mixed predilution and postdilution online hemodiafiltration compared with the traditional infusion modes. Kidney international 2000 Nov;58(5):2155-65 (full text)

[11] Davenport A, Gardner C, Delaney M et al. The effect of dialysis modality on phosphate control : haemodialysis compared to haemodiafiltration. The Pan Thames Renal Audit. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2010 Mar;25(3):897-901 (full text)

[12] Pedrini LA, De Cristofaro V, Comelli M et al. Long-term effects of high-efficiency on-line haemodiafiltration on uraemic toxicity. A multicentre prospective randomized study. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2011 Aug;26(8):2617-24 (full text)

[13] Penne EL, van der Weerd NC, van den Dorpel MA et al. Short-term effects of online hemodiafiltration on phosphate control: a result from the randomized controlled Convective Transport Study (CONTRAST). American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2010 Jan;55(1):77-87


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