Attenzione! Per visualizzare al meglio il sito e usufruire di tutte le funzionalità messe a disposizione
si consiglia di aggiornare la versione in uso di Internet Explorer alla versione 8 o superiore. Grazie!

La rete delle conoscenze nefrologiche

Contenuti articolo

    Guida

    Guida alle malattie renali

    Biopsia renale, ovvero le malattie renali al microscopio

    09 marzo 2013

    Francesco Trepiccione

    Seconda Università di Napoli

    Cos’è e perché si prescrive

    La biopsia renale consiste nel prelievo di una piccola parte di tessuto renale per analizzarlo al microscopio. Permette di analizzare direttamente che cosa sta accadendo nel rene danneggiato.

    La biospia renale viene prescritta per:

    • diagnosticare una malattia renale non classificabile diversamente, è il caso delle glomerulopatie.
    • valutare il grado di progressione di una malattia renale già diagnosticata
    • valutare la causa di un malfunzionamento di un trapianto renale.

    Come si fa la biopsia renale

    Prima della biopsia

    • Prima di praticare la biopsia renale il medico informa il paziente su come si esegue la procedura e su eventuali misure da adottare prima e in corso dell’esame.
    • Prima della biopsia vengono praticati alcuni esami del sangue e delle urine al fine di escludere la presenza di infezioni in atto e di alterazioni della coagulazione del sangue.
    • Qualche giorno prima dell’esame è opportuno sospendere alcuni farmaci, prevalentemente quelli che alterano la coagulazione del sangue, come il warfarin (Coumadin) oppure gli antiaggreganti (aspirina, ticlopidina, etc). Il nefrologo darà informazioni sui farmaci da assumere o meno.
    • Il giorno dell’esame è spesso richiesto il digiuno da circa 8 ore.

    Durante la biopsia

    I reni nativi sono posizionati nella parte posteriore dell’addome. Pertanto la biopsia renale si esegue, in genere, posizionando il paziente a pancia in giù in modo tale che i reni si avvicinino alla parete della schiena quanto più possibile. Nel caso della biopsia del rene trapiantato, il paziente è a pancia in su.

    Con un’ecografia del rene, il medico individua il punto del rene dove eseguire il prelievo ed il percorso che l’ago seguirà.

    Dopo un’accurata pulizia della cute, si pratica una lieve anestesia locale e si fa un piccolo taglio in corrispondenza del sito d’ingresso. Il paziente avvertirà come una puntura di spillo.

    Con la guida dell’ecografia si introduce l’ago, senza che il paziente senta alcun dolore.

    A questo punto si invita il paziente a fare un respiro profondo in modo da avvicinare il rene all’ago. Si sentirà quindi il rumore di uno scatto, è il segno che il prelievo è avvenuto.

    L’ago viene poi ritirato e reinserito, di solito, per prelevare un altro campione.

    Dopo la biopsia

    Viene controllata la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca per alcuni ore mentre il paziente è a riposo a letto a pancia in su. Si può avvertire una dolenzia nel punto di ingresso dell’ago che viene spesso controllata con degli anti-dolorifici. La permanenza in ospedale è variabile secondo le condizioni cliniche e il parere del proprio medico. Alla dimissione il paziente viene avvisato di non praticare sforzi e dei comportamenti da eseguire.

    Rischi

    La biopsia renale è una procedura sicura e raramente si associa a complicanze:

    • perdita di sangue nelle urine (ematuria) può comparire dopo una biopsia renale e persistere per alcuni giorni. Raramente diventa così importante da richiedere una trasfusione oppure il ricorso alla chirurgia per interrompere il sanguinamento.
    • Il dolore è frequente dopo una biopsia, ma dura di solito poche ore.
    • Un’ulteriore complicanza può essere dovuta alla creazione da parte dell’ago di una comunicazione tra un’arteria ed una vena. Si determina così una fistola arterovenosa. Di solito il paziente non avverte nulla e la diagnosi avviene in corso di una ecografia di controllo. Questa comunicazione anomala si risolve da sé.
    • Più raramente si può avere un sanguinamento intorno al rene. Questo di solito si ferma da solo e scompare col tempo, quando è più cospicuo può richiedere un intervento chirurgico. 

    Alla dimissione avvertire il proprio medico in caso di:

    • Febbre
    • Urine rossastre dopo più di un giorno dalla dimissione
    • Forte dolore dove è stata fatta la biopsia
    • Difficoltà ad urinare
    • Debolezza 

    Risultati

    Il tessuto renale prelevato viene inviato al laboratorio per l’analisi al microscopio.

    Questa procedura richiede un tempo variabile a seconda delle indagini da eseguire sul tessuto stesso.

    Il referto descrive come il tessuto renale è composto e gli elementi anomali a favore o meno di una delle malattie renali.

    Direttore responsabile
    Fabrizio Vallari
    Comitato di Redazione
    Patrizia Galeotti, Viterbo (EDTNA) — Giovanni Gambaro, Roma (SIN) — Giancarlo Marinangeli, Giulianova (SIN) — Valentina Paris, Milano (ANED) — Giuseppe Quintaliani, Perugia (SIN) — Giuliano Rocca, Roma (ANED) — Giusto Viglino, Alba (SIN) — Maria Pia Zito, Bologna (EDTNA)

    La piattaforma web su cui condividere in maniera semplice, efficace ed interattiva le conoscenze nefrologiche attraverso la pubblicazione online di documenti multimediali.

    INFORMATIVA

    NephroMEET accoglie come documenti con marchio SIN quelli approvati da: Comitati e Commissioni ufficiali SIN, Gruppi di Studio SIN, Sezioni Regionali/Interregionali SIN.

    Il Consiglio Direttivo SIN si riserva inoltre la facoltà di certificare con marchio SIN altri documenti qualora lo ritenga opportuno.

    Gli Autori si assumono in ogni caso la responsabilità dei contenuti pubblicati.

    I contenuti pubblicati sono riservati ad un pubblico esperto nel settore medico-scientifico.

    Seguici su Twitter

    Developer e partner tecnologico:
    TESISQUARE®

    Assistenza telefonica allo 0172 476301
    o via mail

    Cookie Policy