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E' stata effettuata un'analisi dell'attività scientifica della Società Italiana di Nefrologia (SIN) valutando la produttività rappresentata dalla pubblicazioni apparse su riviste sottoposte a peer review system. Per eseguire lo studio sono stati considerati tre indicatori: contesto, risorse e prodotto. I dati ottenuti hanno dimostrato che i membri della Sin nel corso dei 5 anni presi in esame (1990-1994) hanno pubblicato 1208 articoli di cui 961 sottoposti a peer review system. La produttività scientifica è migliorata nel corso degli anni raggiungendo la media più elevata dell'impact factor nel 1994. I lavori sono apparsi prevalentemente su tre riviste nefrologiche (Nephron, Nephrology Dialysis Transplantation e Kidney International). Tuttavia notevole è stata anche la produttività scientifica su riviste non nefrologiche. I dati illustrati dimostrano che la nefrologia italiana ha raggiunto un alto livello scientifico in campo internazionale pur non disponendo di notevoli fondi di finanziamento. (Giorn It Nefrol 1996; 13: 391-395)
Abbiamo valutato in 361 bambini prepuberi normali (196 maschi e 165 femmine; età 6-10 anni) la composizione corporea con metodica BIA per definire gli attuali standard di normalità in età pediatrica. I valori medi sono: acqua totale (TBW) 16.1 +/- 2.9 litri, acqua extracellulare (ECW) 7.4 +/- 1.2 litri, acqua intracellulare (ICW) 8.7 +/- 1.7 (rispettivamente 59.8 +/- 5.5, 27.6 +/- 2.7 e 32.2 +/- 3.4% del peso corporeo); massa magra 20.7 +/- 3.7 kg e massa grassa 6.4 +/- 2.7 kg (rispettivamente 76.9 +/- 7.3 e 23.0 +/- 7.0% peso corporeo). Sono state rilevate differenze significative tra i sessi. Le femmine hanno meno acqua totale, extra ed intracellulare ma rapporto ECW/ICW significativamente più elevato; inoltre, le femmine hanno minor massa magra e maggior massa grassa. Le variazioni rilevate negli anni studiati sono simili nei due sessi. Aumento progressivo della TBW ed ECW con riduzione modesta ma significativa delle loro percentuali rispetto al peso corporeo; aumento progressivo dell'acqua intracellulare. La massa magra aumenta progressivamente in kg ma diminuisce in percentuale del peso corporeo; inverso il cambiamento della massa grassa. (Giorn It Nefrol 1996; 13: 397-404)
Il carcinoma paratiroideo è una patologia alquanto rara con una prevalenza intorno al 2-3% di tutti i casi che mostrano caratteristiche cliniche suggestive di iperparatiroidismo primario. Numerosi marker istopatologici sono stati proposti nel tentativo di porre criteri selettivi per la diagnosi di neoplasia benigna o maligna delle ghiandole paratiroidee. Molti di questi marker, tuttavia, non sono facilmente applicabili e la prognosi clinica non può essere agevolmente prevista sulla base di questi soli criteri istopatologici. Un recente studio ha evidenziato il ruolo dell'antigene Ki-67, nell'ambito del ciclo cellulare, evidenziato con immunocitochimica mediante l'anticorpo monoclonale MIB-I, nell'ambito del cariconoma paratiroideo. Sembra infatti certo che il Ki-67 possa essere considerato un marker in grado di valutare la malignità in questo tipo di tumori, permettendo di individuare agevolmente un esaltato turnover cellulare. Noi riportiamo in dettaglio un caso di severa recidiva di iperparatiroidismo in una paziente di 51 anni sottoposta a trattamento emodialitico regolare. Nei prelievi bioptici delle ghiandole paratiroidee, 'Tumor Proliferative Fraction' di 56, espressa come il numero di nuclei Ki-67 positivi per 1000 cellule neoplastiche e la conta media delle figure mitotiche di 0.5, espressa come la percentuale sulla conta totale dei nuclei Ki-67 positivi, supportano la diagnosi di carcinoma paratiroideo nonostante la scarsa presenza di alcuni aspetti istopatologici considerati patognomonici di tale neoplasia quali la estesa fibrosi a bande e la presenza di prominenti nucleoli. (Giorn It Nefrol 1996; 13: 405-410)
Riportiamo il caso di una paziente in regolare trattamento dialitico (RTD) che improvvisamente, dopo diversi anni di RTD con acetato dialisi, sviluppò una grave alcalosi metabolica sintomatica. Dopo aver escluso molteplici cause di alcalosi metabolica in emodialisi, solo una mirata indagine alimentare svelò la causa di tale alcalosi in un eccessivo consumo quotidiano di limoni. In questa paziente, la generazione di bicarbonato è dovuta a trasformazione del citrato di potassio in acido citrico e attraverso il ciclo di Krebs, metabolizzato in acido carbonico. Una ridotta produzione endogena di acidi, secondaria a ridotto introito proteico, rappresentò nella paziente un importante evento concausale. (Giorn It Nefrol 1996; 13 411-415)
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